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T&P Magazine

Social responsibility e obbligo vaccinale

A cura dell’avv. Mariapaola Rovetta.

Siamo all’inizio del nuovo anno. La pandemia dovuta alla diffusione del Covid – 19 sta ancora condizionando le nostre vite, ma, si sa, dovremo abituarci a convivere con il virus.

Al momento gli individui contagiati, un numero elevatissimo, sono, fortunatamente, nella maggior parte dei casi, asintomatici o con sintomi lievi. L’attuale situazione, ben diversa da quella di un anno fa, è dovuta agli effetti della campagna vaccinale. Naturalmente nessuno è ancora in grado di dire se il virus stia passando da pandemico a endemico, così come nessuno è in grado di sapere se altre varianti si diffonderanno, ma sicuramente i vaccini, quali misure di prevenzione e protezione, hanno funzionato e stanno funzionando, e questo lo dicono i dati.

E, al riguardo, una novità: il Decreto Legge approvato il 5 gennaio 2022 dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente e del Ministro della Salute, con cui sono state introdotte ulteriori Misure urgenti consistenti nell’estensione dell’obbligo vaccinale anche nei luoghi di lavoro sia pubblici, sia privati per gli individui over 50.

Siamo il primo Paese in Europa ad averlo introdotto, anche se la stessa misura, sui luoghi di lavoro, è stata adottata anche dal Presidente Biden negli Stati Uniti d’America. Citigroup, ad esempio, la grande banca americana, ha intenzione di licenziare i dipendenti non vaccinati.
Si tratta di una misura di prevenzione già in uso nel nostro Paese, se pensiamo alle vaccinazioni obbligatorie per la frequenza scolastica dei bambini e ragazzi di età compresa tra 0 e 16 anni per proteggere da alcune malattie, come morbillo, parotite, rosolia, varicella ed altre. Non dimentichiamo che è grazie al vaccino somministrato ai bambini fin dalla nascita che sono state debellate ormai da tempo, nel mondo occidentale, patologie quali il vaiolo e la poliomelite, mentre solo di recente, grazie all’intervento della Bill and Melinda Gates Foundation, si è riusciti a diffondere il vaccino, ad esempio della poliomelite, anche in Paesi quali Nigeria e India.

Come sta ripetendo da tempo Silvio Garattini, Presidente e Fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”, per uscire definitivamente dalla pandemia dovuta alla diffusione del Covid – 19 l’unica possibilità è una campagna vaccinale efficace che investa l’intera popolazione mondiale. E ciò non solo per altruismo, ma anche per sano egoismo. O tutti saremo vaccinati nel mondo o tutti dovremo convivere con il rischio delle gravi conseguenze dovute alla diffusione del Covid -19 e delle future varianti. In molti paesi poveri, come in alcuni paesi dell’Africa Sub – sahariana, il Covid è stato meno devastante di quanto previsto. Le ragioni che si presume siano alla base di un minor numero di decessi rispetto a quelli che si sono verificati nel mondo occidentale sono le seguenti: una potrebbe essere la giovane età, l’altra, però, è sicuramente la campagna vaccinale che in alcuni paesi è stata possibile anche con vaccini non approvati dall’EMA, ma che grazie ad alcuni governi sono stati diffusi ed hanno prodotto i loro effetti. Dunque ancora una volta sembrerebbe che sia stato il vaccino ad aver evitato un’ecatombe.

Stando a questi dati vaccinarsi è una responsabilità etica.
Da qui la necessità di intervenire anche in termini legali, considerando che risolvere la pandemia significa non solo evitare conseguenze drammatiche per quanto riguarda la salute dei singoli individui, ma anche per quanto riguarda l’economia, aggirando misure quali il lockdown e, in generale, altre restrizioni.
E’ molto difficile stabilire quando un obbligo etico è giustificato che si traduca anche in un obbligo di legge.

L’aspetto da considerare è l’obiettivo.
Nel vaccinarsi non c’è solo un interesse individuale, ma anche un interesse collettivo rappresentato dalla tutela della salute anche degli altri soggetti, e non solo della nostra.
Art. 3 e art. 32 della Carta costituzionale sono assolutamente compatibili tra loro. Da una parte la libertà individuale e dall’altra il rispetto del bene comune e della salute collettiva.
La libertà di ognuno finisce dove inizia la libertà dell’altro.

Le ragioni alla base dell’obbligo vaccinale per proteggersi dal Covid - 19 sono le stesse dell’obbligo introdotto per proteggersi dalle malattie a cui ho già fatto cenno sopra.
Evitare il contagio per i bambini e adolescenti significa proteggere anche gli anziani ed i soggetti fragili a cui non può essere somministrato il vaccino perché affetti da altre patologie.
Dunque, vaccinarsi contro il Covid - 19 rientra nel concetto di etica e di Social responsibility, dal momento che ha l’obiettivo di tutelare la salute collettiva.

Il fatto poi che i vaccini anti Covid - 19 siano stati prodotti in un lasso di tempo molto breve dovrebbe essere solo un aspetto positivo. Anche alla base della possibilità di aver prodotto vaccini velocemente c’è il concetto di Social responsibility.

Il mondo intero è stato coinvolto dalla diffusione del Covid - 19, non per niente è stata dichiarata la pandemia, e la diffusione è avvenuta in tempi velocissimi, a causa della globalizzazione, dunque è stato investito molto denaro per cercare di trovare in tempi rapidi un vaccino, ma soprattutto c’è stata condivisione nel mondo della scienza, elemento rilevante, che rientra anche questo nel concetto di Social responsibility. Se in ogni campo, sia personale, sia professionale, piu’ o meno ampio, ognuno condividesse sempre le informazioni, anziché utilizzarle a vantaggio solo di un nucleo ristretto di persone, i vantaggi per la collettività sarebbero notevoli.

In qualsiasi modo vogliamo vederla, la responsabilità sociale ha un ruolo chiave, sempre, e genera a sua volta una responsabilità etica consistente nella necessità di distribuire in modo equo diritti e doveri e questo tipo di dovere è anche un obbligo di legge, perché ha lo scopo di tutelare il bene comune.

Se siamo in grado di comprendere quanto grandi sono i vantaggi che derivano anche per noi stessi se contribuiamo al benessere anche degli altri, si può concludere che molti obblighi di tipo etico è giustificato che si tramutino anche in obblighi di legge.

Ed un ulteriore elemento che giustifica l’introduzione dell’obbligo vaccinale nel caso del Covid - 19 è rappresentato anche del fatto che si tratta di un’imposizione che lede molto meno la libertà individuale rispetto al danno provocato a ciascuno di noi dal lockdown e dalle restrizioni applicate in ogni singolo Paese. Per fare un esempio: l’obbligo vaccinale per viaggiare non può essere visto come una lesione della propria libertà individuale a viaggiare se consideriamo il fatto che le restrizioni applicate in ogni Paese ledono molto di piu’ la nostra libertà. Gli Stati Uniti sono rimasti a noi preclusi per oltre 12 mesi, così come l’Australia, o pensiamo a paradisi esotici come l’isola di Bali, i cui confini sono ancora oggi chiusi. Queste restrizioni stanno ledendo la nostra libertà individuale molto di piu’ dell’obbligo vaccinale.


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