A cura di Mariapaola Rovetta
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La Riunione ministeriale G20 su Energia e Clima si è chiusa con il comunicato sottoscritto, per la prima volta, in modo congiunto, con cui i Paesi hanno concluso affermando che per evitare la catastrofe bisogna agire subito, ma la volontà deve essere da parte di tutti. Non c’è piu’ tempo e tutto ciò che non è stato fatto prima, nonostante gli studi scientifici lo ripetano da oltre trent’anni, bisogna farlo ora. Il G20 ha ritenuto, tra le varie e numerose situazioni da considerare, che le città sono veri e propri laboratori per sviluppare strategie efficaci. Fattore chiave è il cambiamento comportamentale che deve riguardare, appunto, tutti, dall’amministrazione pubblica alle amministrazioni locali, il mondo accademico, le scuole, i luoghi di lavoro privati, i residenti.
Per qualsiasi azienda investire in un’ottica di sostenibilità significa ottenere un riscontro positivo in termini ambientali, sociali ed economici per sé e per la collettività. Da qui l’importanza del coinvolgimento delle risorse. Abbiamo già avuto modo di mettere in evidenza il concetto di Social Responsibility, concetto che si traduce in una equilibrata distribuzione delle condizioni necessarie per il raggiungimento del benessere sia individuale che collettivo. Questo obiettivo può essere realizzato anche attraverso una condotta da parte dei singoli improntata su un maggior rispetto per le regole che, nel contesto lavorativo, significa anche maggior produttività e riduzione dei costi.
Per raggiungere il risultato è fondamentale per l’azienda la redazione di un Codice Etico e degli Accordi individuali a cui fa rinvio la Legge n. 81/2017 in materia di Smart working.
Quest’ultimo, come ormai noto, è sicuramente uno strumento utile in termini di sostenibilità perché libera la città dal traffico quotidiano; permette all’azienda di contenere i costi attraverso la riduzione degli spazi degli uffici; dà modo ai dipendenti di conciliare la vita privata con quella lavorativa, con conseguente maggior benessere, avendo la possibilità di sfruttare il maggior tempo a loro disposizione per migliorare lo stile di vita e svolgere attività che possano portare loro benefici a livello sia fisico che mentale.
Gli accordi individuali hanno lo scopo di disciplinare le modalità della prestazione lavorativa, secondo le diverse realtà, ma anche di imporre agli smart workers l’osservanza di tutte quelle azioni che i lavoratori hanno l’obbligo di rispettare quando sono in ufficio.
Infatti, sono anche gli stessi gesti che appartengono alla nostra quotidianità che permettono la riduzione dell’impatto ambientale.
E se si parla di rispetto di regole appositamente inserite nel Codice Etico e negli Accordi individuali è evidente che la conseguenza della loro violazione è l’applicazione di sanzioni disciplinari.
Se dunque lo Smart working è utile una o due volte alla settimana per ridurre il traffico e l’emissione di anidride carbonica e di altri gas ad effetto serra, le aziende devono occuparsi della mobilità dei dipendenti anche quando questi devono recarsi sul posto di lavoro. Sul punto avrà un ruolo sempre piu’ importante il Mobility Manager, figura che era già stata introdotta in passato e che ora è diventata obbligatoria con il D. L. n. 34/2020, convertito nella Legge n. 77/2020, per le imprese e Pubblica Amministrazione con singole unità locali con piu’ di 100 dipendenti ubicate in un capoluogo di Regione, Città metropolitana, capoluogo di Provincia o in un Comune con piu’ di 50.000 abitanti. Queste devono, entro il 31 dicembre di ogni anno, nominare il Mobility Manager, il quale avrà la funzione di progettare piani di spostamento casa / lavoro del personale, con lo scopo di ridurre l’utilizzo dell’auto, privilegiando l’uso dei trasporti pubblici, oppure della bicicletta, ovvero la condivisione dell’auto con altri colleghi. La figura del Mobility Manager, unitamente ad altre figure professionali, ha il compito di attuare la cd. nuova mobilità sostenibile.
Riguardo le nuove condotte da adottare all’interno dei contesti lavorativi, il neo Ministero della Transizione Ecologica, oltre a riprendere la figura del Mobility Manager per il piano spostamenti casa / lavoro, ha introdotto, tra le varie, le Linee Guida per la campagna Plastic Free, a cui tutte le aziende possono aderire, che hanno affermato l’importanza del luogo di lavoro per la riduzione dell’impatto ambientale, motivo per cui è necessario educare al rispetto dell’ambiente attraverso una costante azione di sensibilizzazione.
Le Linee Guida si concentrano innanzitutto sull’abbattimento dell’uso della plastica, privilegiando termos e borracce di vetro o acciaio.
La plastica, stando alle Linee Guida per la campagna Plastic Free, deve essere eliminata dagli eventi e riunioni aziendali e la plastica monouso deve essere sostituita da distributori di acqua alla spina.
Le Linee Guida per la campagna Plastic Free hanno previsto la promozione di corsi e/o azioni di sensibilizzazione tra i dipendenti sull’importanza di ridurre l’inquinamento da plastica e tra gli incentivi hanno previsto la possibilità per le aziende di fornire direttamente ai loro dipendenti bottiglie e bicchieri di vetro o acciaio da utilizzare in ufficio.
Ma altre regole sono fondamentali.
L’imprenditore deve incentivare la riduzione degli sprechi e la raccolta differenziata, dotando l’ufficio di appositi contenitori.
Le azioni in termini di risparmio energetico consistono nella limitazione dell’uso della stampante, se non quando è necessario, oppure nell’utilizzo della carta riciclata, e nello spegnimento delle macchine (stampanti, fotocopiatrici e computer), anziché lasciarle in modalità stand by.
Ed ancora, evitare, quando possibile, la luce artificiale e tenere al minimo il riscaldamento e l’aria condizionata.
Ma tornando alle Linee Guida sicuramente non si può giungere ad alcun risultato se non attraverso una costante azione di sensibilizzazione. I corsi di formazione possono essere utili non tanto per imporre, quanto per motivare le persone a credere in uno stile di vita migliore attraverso l’adozione di comportamenti che all’inizio possono sembrare impegnativi e, ai piu’ diffidenti, anche una perdita di tempo, ma, nel lungo termine, renderanno gli stessi individui piu’ dinamici ed efficienti, oltre a migliorare l’ambiente che ci circonda. Ma non c’è molto tempo per decidere, bisogna agire subito e se gli individui si dimostrassero disponibili ad un cambiamento comportamentale, tanto da abituarsi spontaneamente ad un approccio sostenibile, anche le regole potrebbero non essere necessarie.