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Può un dipendente rifiutarsi di eseguire un ordine del datore di lavoro?

Un dipendente non può rifiutarsi unilateralmente di ottemperare a un ordine del proprio datore di lavoro, anche se lo ritiene illegittimo. Se reputa che gli siano state assegnate mansioni non corrispondenti alla qualifica che riveste in azienda, il lavoratore ha la facoltà di richiedere di modificarle in sede giudiziale, ma non può rifiutarsi di svolgerle a priori..

Questi i principi di diritto del lavoro affermati dalla Corte di Cassazione nell’ordinanza n. 24118 del 3 ottobre 2018.  

 

La vicenda: l’inadempimento e il licenziamento

La vicenda descritta dall’ordinanza è quella di una lavoratrice dipendente che, essendosi vista assegnare nuove mansioni dal proprio datore di lavoro, si era rifiutata di svolgerle, lamentando il fatto che esse a suo dire esulavano dai compiti propri della qualifica di appartenenza riportata sul suo contratto di assunzione. Le nuove mansioni erano, presumibilmente, inferiori a quelle corrispondenti alla sua qualifica. Per questa condotta, la dipendente era stata licenziata.

 

La reintegrazione in servizio e l’ordinanza della Cassazione

Il giudice del lavoro, al quale la donna si era rivolta, aveva annullato il licenziamento e ordinato la reintegrazione in servizio. Ma la Corte di Cassazione ha in seguito cassato la sentenza, rimandandola alla Corte di Appello.

I principi e le motivazioni della Corte Suprema

La Cassazione ha evidenziato che anche per i contratti di lavoro vale l’articolo 1460 del Codice Civile relativo ai contratti con prestazioni corrispettive. Esso afferma che “ciascuno dei contraenti può rifiutarsi di adempiere la sua obbligazione, se l'altro non adempie o non offre di adempiere contemporaneamente la propria, salvo che termini diversi per l'adempimento siano stati stabiliti dalle parti o risultino dalla natura del contratto. Tuttavia non può rifiutarsi l’esecuzione se, avuto riguardo alle circostanze, il rifiuto è contrario alla buona fede”.

Cosa significa? Che il dipendente può rifiutarsi di adempiere alla sua obbligazione (in questo caso, può legittimamente rifiutarsi di eseguire gli ordini del datore di lavoro) solo se nel caso in cui il datore di lavoro stesso sia a sua volta totalmente inadempiente, oppure abbia messo in atto un inadempimento tanto grave da incidere in modo irrimediabile sulle esigenze vitali del lavoratore o da esporlo a responsabilità penale.

Aspetti di gravità che la Corte Suprema non ha riscontrato nel caso descritto. Il fatto che il datore di lavoro avesse assegnato alla lavoratrice mansioni inferiori rispetto alla sua qualifica avrebbe potuto giustificare il suo rifiuto a lavorare solo se la reazione fosse stata proporzionata alla gravità del comportamento della controparte e conforme alla buona fede.

 

Mansioni non corrispondenti alla propria qualifica: cosa può fare il dipendente?

Invece, l’assegnazione di mansioni che non corrispondono alla qualifica rivestita in azienda (in questo caso giudicate inferiori dall’interessata) non è considerato adempimento grave: in questo caso, il lavoratore può richiedere in sede giudiziale che la sua prestazione sia ricondotta nell’ambito della qualifica che ricopre, ma non può rifiutarsi a priori di eseguire l’ordine.

Questo perché, ha evidenziato la Corte, il dipendente è sempre tenuto a osservare le disposizioni del datore di lavoro, così come sancito dagli articoli:

  • 2086 del Codice Civile, che afferma: “L'imprenditore è il capo dell'impresa e da lui dipendono gerarchicamente i suoi collaboratori”;
  • 2104 del Codice Civile, che afferma: “Il prestatore di lavoro […] deve osservare le disposizioni per l'esecuzione e per la disciplina del lavoro impartite dall'imprenditore e dai collaboratori di questo dai quali gerarchicamente dipende”.

Il lavoratore deve quindi ottemperare agli ordini che gli vengono impartiti purché, ovviamente, tali ordini non siano “in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”, come afferma l’articolo 41 della Costituzione, anch’esso citato dalla Corte Suprema nell’ambito della sentenza appena descritta.

 

Articolo di approfondimento: https://blog.trifiro.it/il-dipendente-non-pu%C3%B2-rifiutarsi-unilateralmente-di-ottemperare-ad-un-ordine-del-datore-anche-se-lo-ritiene-illegittimo

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