Assegnazione reiterata di mansioni superiori
A cura di Stefano Beretta e Antonio Cazzella
Con sentenza n. 19725 dell’8 agosto 2017, la Corte di Cassazione ha ricordato che, per valutare la sussistenza della frequenza e sistematicità di reiterate assegnazioni di un lavoratore allo svolgimento di mansioni superiori, il cui cumulo sia utile all’acquisizione del diritto alla promozione automatica ex art. 2103 cod. civ., non è sufficiente la mera ripetizione delle assegnazioni. E’ invece necessario – se non un vero e proprio intento fraudolento del datore di lavoro – una programmazione iniziale della molteplicità degli incarichi ed una predeterminazione utilitaristica di siffatto comportamento. Con specifico riferimento allo svolgimento di mansioni promiscue, la Suprema Corte ha, altresì, confermato l’orientamento secondo cui, al fine di accertare il diritto al superiore inquadramento, occorre attribuire rilievo alla mansione maggiormente significativa sul piano professionale, purché non espletata in via sporadica od occasionale.