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Licenziamento disciplinare del dipendente “finto” depresso

Licenziamento disciplinare del dipendente “finto” depresso

A cura di Stefano Beretta e Antonio Cazzella

Con sentenza n. 10154 del 21 aprile 2017 la Suprema Corte ha ritenuto legittimo il licenziamento di un dipendente, che - assente dal servizio per malattia – era stato sorpreso fuori dalla sua abitazione a svolgere attività personali, in mancanza di una prescrizione sanitaria che gli consentisse di uscire da casa.

Nel caso di specie, dalla CTU medica espletata in corso di causa è emerso che il dipendente aveva indotto in errore il medico curante con una falsa rappresentazione del suo stato di salute (depressione) e ciò per un mero interesse personale; pertanto, come accertato dalla consulenza psichiatrica, il certificato rilasciato dal medico curante, per di più di lunga durata, non era giustificato dall’effettivo stato di salute del dipendente, che era nelle condizioni fisiche e psichiche idonee per rientrare al lavoro. La Suprema Corte ha rilevato che l’inadempimento del dipendente non poteva essere giustificato con rappresentazioni soggettive a spiegazione della propria condotta, in mancanza di una prescrizione medica che gli consentisse, per agevolare il proprio recupero, di riprendere la vita normale e, quindi, anche di poter uscire da casa.

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