Illegittimo il licenziamento in caso di denuncia del lavoratore se non sussiste la calunnia
A cura di Stefano Beretta e Antonio Cazzella
Con sentenza n. 4125 del 16 febbraio 2017 la Corte di Cassazione ha riformato la sentenza della Corte di merito, che aveva accertato la legittimità del licenziamento di un lavoratore, il quale aveva denunciato alla Procura della Repubblica ed al Ministero del Lavoro un uso illegittimo della cassa integrazione da parte del datore di lavoro, in considerazione del fatto che l’azienda era in crescita; in particolare, la Corte di merito aveva rilevato che il diritto di critica non legittimava il lavoratore ad iniziative lesive del decoro e dell’immagine aziendale.
Nel riformare la sentenza, la Suprema Corte ha evidenziato che è lo Stato di diritto a sollecitare l’intervento dei cittadini a fronte di violazioni della legge penale, sebbene tale iniziativa sia doverosa solo a fronte di episodi particolarmente gravi.
Nel caso di specie, la Suprema Corte ha rilevato che sicuramente il lavoratore avrebbe dovuto usare maggiore accortezza e ponderare bene le accuse rivolte al datore di lavoro, ma ciò non integra una giusta causa ovvero un giustificato motivo soggettivo di licenziamento (sempre che il lavoratore si sia astenuto da iniziative volte a pubblicizzare quanto portato a conoscenza delle autorità competenti), salvo che non risulti il carattere calunnioso della denuncia o la consapevolezza dell’insussistenza dell’illecito.