A cura di Stefano Beretta e Antonio Cazzella
Con sentenza n. 3315 del 12 febbraio 2018 la Suprema Corte ha ritenuto legittimo il licenziamento intimato ad una dipendente per aver effettuato numerose telefonate all’estero, per motivi personali e per un costo complessivo di circa 8.000,00 euro. Al fine di giustificare il suo comportamento, la dipendente aveva lamentato di soffrire di una grave forma depressiva, determinata da un comportamento mobbizzante posto in essere dal datore di lavoro e, per tale ragione, aveva dedotto di aver bisogno di sentire frequentemente amici e parenti. La Suprema Corte ha evidenziato che lo stato patologico non era stato provato e, comunque, anche laddove sussistente, avrebbe dovuto indurre la dipendente a ricorrere alle cure del caso, tenuto conto che anche una situazione di particolare fragilità psichica, ipoteticamente ascrivibile al datore di lavoro, non legittimerebbe l’uso indebito di beni aziendali, con il conseguente danno economico per l’azienda.